lunedì 23 aprile 2012

I SIT ON: oltre l'artigianato

E fu così, quasi per caso, che la Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti si trasformò, in un normale sabato pomeriggio di aprile, in una falegnameria. 

Le attrezzature sono pronte!
Il GUS (Gruppo di Umana Solidarietà) di Macerata in merito al progetto FER “Resilienze: misure di supporto e riabilitazione psico-sociale” con il fine di implementare e migliorare la presa in carico di richiedenti protezione internazionale portatori di disagio mentale, attraverso un percorso di accompagnamento all’autonomia che prevede corsi di alfabetizzazione, interventi di carattere sanitario, formativo, ricreativo e riabilitativo, ci ha contattate. Nasce così il laboratorio di artigianato creativo “I SIT ON”. Il laboratorio rientra nell’ambito del progetto ESTRO/GENI che l’associazione Les Friches ha ideato per promuovere l’artigianato e l’eco-design. 

Come amiamo sederci e dove?
Il laboratorio “I SIT ON”, tenutosi sabato 21 aprile, era volto alla realizzazione di un prototipo-sedia utilizzando materiali di scarto di lavorazione e di recupero, e prevedeva due momenti distinti. Nel primo, i presenti, quasi tutti ghanesi, hanno indagato i vari modi di sedersi, come e su cosa.  La seconda parte era dedicata allo studio di una seduta, alla scelta dei materiali e alla conseguente realizzazione pratica del prototipo, partendo da uno schizzo preparatorio.
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Dalle idee si passa alla realizzazione del prototipo
Seghetto, chiodi, cartoni, legno, macchina da cucire, martello, trapano e molti altri oggetti hanno preso il posto dei libri trasformando la biblioteca in un’officina, un laboratorio di creatività! Idee, razze, religioni, lingue diverse hanno dato vita a preziosi prototipi di seduta che rappresentano un interessante studio di design “interculturale”.

Ecco le creazioni!

Speriamo si possa presto replicare!

martedì 10 aprile 2012

RI-CREA-LUCE: ecco il vincitore!


Martedì 10 aprile c’è stata la proclamazione del vincitore del laboratorio-concorso RI-CREA-LUCE.
Questo progetto, targato “ESTRO/GENI”, è ideato da Les Friches in collaborazione con Cristiana Brizi e la DUEA illuminotecnica (che ha offerto oltre la sua ospitalità anche i materiali base per la realizzazione di un oggetto luminoso). “ESTRO/GENI” è un settore che l’associazione culturale Les Friches ha creato con l’intento di promuove l’eco-design e l’artigianato creativo attraverso eventi, laboratori e la realizzazione di oggetti/arredo con l’uso di materiale ecologico, materiali di post-consumo e di scarto di lavorazione.

at work
RI-CREA-LUCE prevedeva tre appuntamenti laboratoriali per adulti, volti alla realizzazione di una lampada assemblando materiali diversi, tutti di riuso.Ogni appuntamento aveva una sua tematica specifica. 
Il primo, tenutosi sabato 19 novembre, era a tema libero e prevedeva la realizzazione di un oggetto luminoso manipolando e componendo materiali di scarto o di post consumo.

Lampade realizzate durante il primo appuntamento
RI-CREA-LUCE_CON AFFETTO, questo il nome del laboratorio di sabato 28 gennaio, prevedeva che chi vi partecipava portasse con sé un oggetto che avesse finito il proprio “ciclo vitale” ma al quale si era troppo legati emotivamente per lasciare che un bidone ne raccogliesse le spoglie. Una camicia anni ‘80, un pennello, un vinile, una musicassetta,  il primo cellulare, un cappello di paglia, un libro: tutti questi oggetti, che rappresentano più della loro funzione primaria per chi vi è affezionato,  sono diventati una lampada.

RI-CREA-LUCE_con affetto
Tema del laboratorio di sabato 3 marzo è stato INTRECCI&TRAME ed era finalizzato alla realizzazione di un paralume partendo o da una griglia di sostegno dei fiori,  o da reti di agricoltura, o da trame da cantiere,  e intrecciando con esse, tessuti, stoffe varie, giornali, plastiche e molto altro. Ai partecipanti veniva chiesto di portare con loro una stoffa o un indumento che fossero disposti a tagliuzzare, incollare, strappare, modellare. 

Intrecci&trame
Sabato 31 marzo poi, presso la DUEA, coloro che hanno partecipato ai tre laboratorio hanno presentato alla commissione giudicante (composta in parte dal personale della Due A e in parte da Les Friches) i propri lavori.

Esposizione di tutti i lavori
 "Per l'attinenza con i temi del laboratorio e l'originalità nell'abbinamento di materiali diversi. Per l'innovativo design e la sensibilità nella scelta del progetto in profonda comunione con la natura e l'ambiente." Con queste parola la giuria, dopo essersi riunita, ha premiato oggi le lampade realizzate da Giselle Ferretti.   
Alla originale designer va in premio una glossy white mini della serie philips living colors, innovativa e preziosa lampada che, grazie ad una ghiera di colori intuitiva e sensibile al tatto, permette una scelta tra 256 colori in modo da creare una nuova atmosfera ogni volta che lo si desidera grazie a led di alta potenza.  
Cliccate qui per vedere altre foto.

Lampada vincitrice.1
Lampada vincitrice.2



giovedì 5 aprile 2012

Luoghi da rivivere: volontari studenti ed esperti progettano relazioni e spazi di vita.


L'associazione Les Friches, insieme ad altre realtà associative (“Luoghi comuni”, “Legambiente San Benedetto del Tronto”, “Amici della bicicletta”, “Rio de Oro”, ecc.) ha vinto un bando regionale del Centro Servizi per il Volontariato per realizzare un’esperienza pilota di ricerca/azione finalizzata a creare sul territorio, un nucleo di associazioni competente, attivo e motivato ad auto-costruire “dal basso” un sistema locale di volontariato inclusivo, orizzontale, partecipato, aperto alla società civile, alle istituzioni locali, ai cittadini ed ancorato alla concretezza e specificità dei bisogni per generare cambiamento, connettere relazioni, animare i luoghi.  Tre sono le aree di interesse del progetto: il fiume Tesino, l’area Lupidi e l’Hotel House.  

Les Friches nello specifico si occupa del fiume Tesino, in collaborazione con la Scuola elementare “Speranza” e l’Assessorato all’Ambiente e alla Partecipazione di Grottammare.    
I laboratori proposti sono volti a ripensare, insieme ai bambini, un tratto del lungofiume urbano, che non ha né respiro né possibilità di fruizione da parte della cittadinanza. I bambini, attraverso un percorso che parte da elementi basilari sull’importanza dell’acqua, del suo ciclo e della biodiversità , arriveranno a conoscere, grazie ad una visita del luogo scelto, una realtà nuova e a progettarne, insieme agli adulti, una rinascita, restituendo un ”luogo comune“ alla società tutta. Attraverso il disegno, il gioco, l’osservazione, l’ascolto, la progettazione partecipata, i bambini cercheranno di immaginare un destino diverso per quell’area urbana.  


                                                                                
L’area Lupidi, invece, è una zona alle porte del comune di Ripatransone, che per molti anni è stata abbandonata a sé stessa. Già oggetto di interesse grazie ad un progetto precedente che ha messo le basi per una sua “riqualificazione” storico-sociale, il nuovo intervento progettuale vedrà un consolidamento del percorso iniziato, con la speranza che questo incantevole angolo possa presto essere restituito alla cittadinanza in tutta la sua ricchezza di biodiversità.   
  
“Più o meno a metà delle Marche, scorrendo lungo la statale che fa il pelo all’Adriatico, capita di imbattersi in un’anomalia architettonica. Un baraccone di cemento a 16 piani si materializza all’improvviso nel susseguirsi omogeneo di costruzioni basse. Siamo a Portorecanati e quel colosso in muratura, pianta a croce, tutti lo chiamano Hotel House.[…] “ Così Giampaolo Paticchio, salentino trapiantato nelle Marche che si occupa di filosofia, antropologia, immigrazioni e giornalismo partecipativo, coordinatore del progetto, descrive quella strana “bestia” architettonica e sociale. L’idea è quella dell’esplorazione, di un paesaggio umano, quello dell’Hotel House di PortoRecanati, che si presenta come un luogo simbolico, in chiave urbana, sociale e culturale, del melting pot all’italiana. L’Hotel House è soprattutto un crocevia, ricchissimo di spunti e di sorprese, di un’umanità che più varia non si può. 


Tutto il progetto nelle sue varie parti ha l’obiettivo, ponendo l’attenzione ai margini, fisici, architettonici o sociali, di  ridare una dimensione pubblica e condivisa a luoghi dimenticati, “invisibili” o semplicemente abbandonati.  Laboratori, incontri pubblici, convegni, seminari questi gli ingredienti di un progetto vasto che abbraccia realtà e sensibilità diverse sotto un unico cappello: il rispetto e la tutela del BENE COMUNE.