mercoledì 25 maggio 2016

Si è appena conclusa la seconda tappa del progetto QUIsSI CRESCE!



La seconda tappa del progetto QUIsSI CRESCE! ha raccolto le idee progettuali dei genitori e delle educatrici dopo un pomeriggio di incontro e di confronto circa le potenzialità e le criticità presenti nei giardini di ciascuna struttura.  




Nei cinque incontri, uno per nido, dopo una visita attenta degli spazi esterni, le persone coinvolte sono state invitate a rintracciare gli elementi che potevano essere ripensati o gli arredi potenziali.   




Questi  momenti di dialogo e progettazione  sono state occasioni di riflessione sull’educazione all’aperto e al rischio anche, e soprattutto, in un’ottica di condivisione di responsabilità. Ripensare insieme un’area didattica significa discutere su una comune idea di bambino e sulla sua relazione con la natura come fonte di apprendimento spontaneo.   




L’aspetto positivo di questa seconda tappa, oltre ad aver rafforzato le relazioni tra genitori ed educatrici, è stato quello legato all’osservazione dei piccoli cambiamenti avvenuti nei partecipanti  durante i momenti di dialogo. La partecipazione diretta a questo  percorso progettuale ha creato un importante gruppo di lavoro, che, seppur con conoscenze e linguaggi diversi, aveva lo stesso obiettivo chiaro: il benessere del bambino in un’ottica di sviluppo della propria autonomia, limitando l’ingerenza dell’adulto ed evitando la messa in opera di troppi giochi strutturati ritornando piuttosto ad un arredo fatto di elementi, il più possibile, naturali.



 
Spesso in accordo, genitori ed educatori, hanno sottolineato quanto sia importante la cura di un luogo per far sì che sia idoneo per il libero esperire del bambino, in autonomia e “sicurezza”. Le idee risultanti da questa seconda tappa di  progettazione partecipata dello spazio esterno di ciascun nido, mostrano, senza ombra di dubbio, che l’idea di educazione all’aperto sottesa è comune e condivisa.  




Non si sono immaginate strutture impattanti, ma piccoli iniettori di creatività capaci di stimolare il bambino nelle sue attività; non arredi ingerenti ed eccessivamente strutturati, ma elementi naturali che risolvano problemi strutturali e di utilizzo in dialogo con l’ambiente e tenendo presente la libertà di apprendimento del bambino.

lunedì 23 maggio 2016

Secondo appuntamento del Corso di Formazione sul Gioco Spontaneo per educatrici e genitori



Martedì 17 maggio con il secondo appuntamento, presso il nido Trenino Rosso, siamo entrati nel vivo del Corso di Formazione sul Gioco Spontaneo per educatori e genitori dei due Nidi d’Infanzia comunali di Sant’Elpidio a Mare.   




Durante questa tappa, dopo una breve restituzione delle nostre osservazioni sul primo incontro, abbiamo presentato dettagliatamente l’attività e i materiali della serata. Divisi in quattro gruppi, i presenti avevano a disposizione solo cartone, scatoloni grandi o piccoli, pannelli, tubi, coni. 

 



L’associazione aveva strutturato l’attività mettendo a disposizione un determinato numero di materiali, ritenuti adatti per forma e dimensione, per ciascun gruppo al quale aveva anche assegnato una tematica specifica legata alla realizzazione di un gioco.  I gruppi poi avevano anche accesso ad una serie di piccoli elementi comuni a tutti e ad alcuni attrezzi o utensili adatti alla lavorazione del materiale presente. 





I  quattro gruppi hanno subito cercato di progettare il loro gioco sia in rispetto della tematica e delle sue declinazioni e sia del materiale a loro assegnato.  Questo lavoro ha creato un’interessante sinergia tra i presenti e tra di diversi registri linguistici usati. 





Ognuno ha un proprio vissuto, una specifica inclinazione, delle abilità, in questi gruppi si è avuto la possibilità di metterli in comune, di dialogare e di sviluppare insieme il pensiero progettuale creativo dando vita ad un oggetto ludico che rispondesse al tema e alla fascia d’età alla quale si rivolgeva. Il gioco da realizzare doveva essere utilizzabile in autonomia dal bambino, con agilità, doveva rispondere a canoni di semplicità e non si doveva utilizzare la colla. 




 
Lavorare e progettare insieme, educatori e genitori, hanno dato vita ad un rapporto di reciproco scambio, di formazione e autoformazione. Le persone si sono confrontate, hanno sviscerato problemi, studiato soluzioni interessanti per l’apprendimento spontaneo del bambino attraverso il gioco, senza però perdere di vista l’estetica.   





Tutte le idee progettuali sono state discusse, verificate, confutate qualora fosse necessario, dimostrando quanto siano positivi e costruttivi il  confronto e la cooperazione. Si è rimessa in moto una manualità magari non tipica dei lavori e delle competenze di ciascuno. In quest’ottica i piccoli gruppi sono diventati territorio di apprendimento e di confronto anche con se stessi.   





Che l’approccio scelto dall’associazione abbia funzionato lo testimoniano i meravigliosi lavori ottenuti, il bel clima disteso e dialogico che si respirava e il fatto che quasi a mezzanotte nessuno se la sentiva di abbandonare la propria creazione, anzi ogni momento era buono per aggiungere qualche piccolo accorgimento. 
  



  
La formazione secondo il metodo Les Friches è  un apprendimento spontaneo frutto di stimoli e suggestioni che permettono al partecipante di sviluppare il pensiero progettuale creativo in autonomia,  in rispetto dei propri tempi e in costante confronto e dialogo con l'associazione.

Oltre 150 ragazzi del Liceo vengono in visita al Piccolo Atelier Ramingo


In tre giorni, da mercoledì  20 a venerdì 22 aprile, quasi 150 ragazzi del Liceo Classico Statale"Giacomo Leopardi" , indirizzo delle Scienze Umane, di Recanati hanno visitato Villa Ficana per conoscere noi e il nostro modo di lavorare con bambini ed adulti, tra teoria e pratica. 




I futuri educatori, pedagogisti, psicologi si sono confrontati con un metodo insolito che contraddistingue il lavoro dell’Associazione.


La mattinata di visita era strutturata in tre momenti diversi.  Uno volto alla presentazione teorica del nostro approccio, dove si sono sottolineate le caratteristiche messe in atto in relazione alle fasce d’età alle quali è rivolta l’attività formativa o laboratoriale progettata.


Per meglio entrare nel nostro mondo è necessario perdersi per le suggestive ed incantevoli viuzze di Villa Ficana.  Abbiamo così fatto visitare ai ragazzi il contesto unico nel quale operiamo, contesto che influenza e arricchisce il nostro lavoro quotidiano. 


Tornando al Piccolo Atelier Ramingo, i ragazzi, attraverso le incisive parole di Italo Calvino, sono entrati nella città invisibile di Leonia e ne hanno riprodotto, con un’attività creativo-manuale,  lo spirito consumistico cieco e pericoloso.  


In questa ricerca di oggetti sempre nuovi che ogni giorno sostituiscono i vecchi, seppur ancora buoni o funzionanti (caratteristica appunto della città di Leonia), i ragazzi hanno rintracciato l’atteggiamento consumistico contemporaneo, specialmente legato ad alcuni supporti tecnologici che spesso cambiamo non per usura, ma per fascino del nuovo. 



Il Liceo coinvolto ha scelto di venire in visita perché riscontra nell’approccio dell’associazione una metodologia interessante e utile per i suoi studenti.
 



Questo ha creato poi una collaborazione che ci sta portando a lavorare, in sinergia, ad  un progetto molto interessante di progettazione partecipata per la città di Recanati.




Ancora una volta le vie di Ficana si riempiono di cultura, educazione e confronto!